Torino nel limbo: cosa significa per il futuro della squadra

Analisi della situazione attuale del Torino: tra aspettative e realtà
Il Torino, squadra storicamente nota per la sua tradizione e passione, si trova oggi ad attraversare un periodo caratterizzato da incertezza e risultati altalenanti. La gestione tecnica e le scelte strategiche hanno portato a una fase di stallo, con un clima di insoddisfazione crescente tra i tifosi e una posizione in classifica che fatica a migliorare. In questo contesto, si analizzano gli aspetti principali che influenzano l’andamento della squadra, dai cambiamenti tattici alle dinamiche di mercato.
le parole di Urbano Cairo e il clima di incertezza
Il discorso del presidente alla fine della scorsa stagione
Sui titoli di coda dell’ultima stagione, Urbano Cairo ha espresso il suo pensiero con toni che hanno suscitato reazioni contrastanti. In un ambiente informale e quasi “cyberpunk”, Cairo ha commentato le prospettive future del club, sottolineando l’intenzione di perseguire obiettivi importanti senza specificarne troppi. Ha affermato: «C’è tutta l’intenzione di fare le cose fatte bene, cercando di puntare a un obiettivo importante. Senza poi stare lì a dire troppi obiettivi, è meglio farli». Questa dichiarazione ha alimentato dubbi sulla chiarezza degli intenti della dirigenza.
la crisi d’identità del progetto tecnico
Le ambiguità nella scelta dell’allenatore e le strategie adottate
Dopo la nomina di Marco Baroni come guida tecnica, sono emersi numerosi interrogativi circa la visione futura del Torino. La società aveva inizialmente puntato su un calcio offensivo e propositivo, come dichiarato dall’allenatore stesso prima dell’inizio stagionale: «Parto dal gol e poi torno indietro. Il calcio è andare a fare gol». I risultati finora ottenuti mostrano una squadra ancora lontana dall’esprimere questa volontà offensiva.
La media attuale di 0.94 xG a partita, inferiore alla media della Serie A, testimonia le difficoltà offensive del team. Con soli 10 gol segnati fino ad ora, il Torino si colloca al tredicesimo posto nel ranking dei migliori attacchi del campionato.
le scelte tattiche e i problemi difensivi
dalla difesa a quattro alla difesa a tre: un cambio epocale?
L’idea iniziale era quella di adottare moduli come il 4-2-3-1 o il 4-3-3 con pressing alto e gioco verticale. Questa impostazione si scontra con la lunga tradizione torinese basata sulla difesa a tre e sulle transizioni rapide. La gestione delle variazioni tattiche ha evidenziato limiti concreti già nelle prime giornate contro avversari forti come l’Inter.
Dopo uno schiacciante 5-0 subito contro i nerazzurri, Baroni ha deciso di tornare alla difesa a tre durante la sosta natalizia. Questa modifica ha portato benefici concreti in fase difensiva: zero gol subiti contro Roma, Napoli, Bologna e Juventus rappresentano segnali positivi.
il mercato estivo: successi parziali o fallimenti?
- Zakaria Aboukhlal – acquistato per circa 8 milioni di euro; non ancora integrato nel sistema;
- Ngònge – impiegato principalmente come seconda punta o alternativa;
- Anjorin – presente solo in sporadici spezzoni;
- I acquisti difensivi – Ismajli arrivato gratis; Coco, Maripan e Masina componenti della rosa centrale; Schuurs ancora assente per infortunio.
I rinforzi estivi non hanno pienamente risposto alle aspettative sul campo. La rosa corta dietro ha costretto Baroni ad adattamenti forzati come quello di utilizzare Tameze come braccetto destro in difesa.
difficoltà nelle partite decisive ed errori fondamentali
Sono stati evidenti i problemi nei momenti chiave delle gare più recenti. Contro l’Atalanta il Torino è stato travolto dopo appena otto minuti dall’inizio; anche nelle altre sfide sono emerse fragilità mentali e tattiche che compromettono il risultato finale.
sintesi delle figure chiave coinvolte nel progetto tecnico-economico
– Ngonge
– Anjorin
– Coco
– Maripan
– Masina
– Ismajli (a parametro zero)
