Test antidoping di joseph parker positivo: il manager parla di contaminazione

Giampiero Colossi • Pubblicato il 10/12/2025 • 3 min

La carriera del pugile neozelandese Joseph Parker è attualmente sospesa a un filo. Un test antidoping positivo alla cocaina, risalente allo scorso ottobre, rischia di compromettere il futuro dell’ex campione del mondo dei pesi massimi. La situazione, però, viene descritta dal suo team non come un caso di doping volontario, bensì come una contaminazione accidentale. Mentre le procedure investigative avanzano, il panorama per Parker è radicalmente mutato, con conseguenze potenzialmente devastanti per la sua traiettoria sportiva.

il caso parker: doping o contaminazione?

Il risultato positivo è emerso da un campione prelevato dalla VADA (Voluntary Anti-Doping Association) il 25 ottobre, in concomitanza con l’incontro perso contro Fabio Wardley. La notizia ha gettato l’ambiente pugilistico nello sconcerto, trasformando una sconfitta sportiva in una gravissima crisi legale e d’immagine. La posizione ufficiale di Parker e del suo management è netta e categorica nel respingere l’ipotesi di un’assunzione intenzionale della sostanza proibita.

la difesa del manager: "contaminazione certa"

Il manager Spencer Brown si è espresso pubblicamente con parole chiare, definendo l’accaduto una contaminazione involontaria. In un’intervista a iFL TV, Brown ha sottolineato l’assurdità logica di un gesto simile durante la preparazione a un match, affermando che Parker non ha ingerito la sostanza di sua volontà. Ha inoltre anticipato che le prove a sostegno di questa tesi saranno rese pubbliche nel giro di poche settimane, delineando una difesa che non ammette ambiguità.

le parole di parker: shock e processo in corso

Lo stesso pugile ha confermato il proprio stato di smarrimento in dichiarazioni rilasciate a BoxingScene. Parker ha espresso sorpresa e incredulità per l’esito del test, essendo sempre risultato negativo in passato. Ha descritto un clima di paranoia postuma, dove ogni gesto della preparazione viene rimesso in discussione. L’atleta ha ribadito il proprio impegno a chiarire completamente la vicenda attraverso i canali ufficiali, con l’obiettivo primario di tornare a combattere al più presto.

conseguenze immediate e prospettive future

Le ripercussioni pratiche per Joseph Parker sono immediate e severe. A soli 33 anni, si trovava in una posizione di primo piano nella divisione dei massimi, con trattative in corso per un potenziale match contro il campione indiscusso Oleksandr Usyk. Quel percorso è stato bruscamente interrotto. Attualmente, il pugile non è più in linea per un incontro titolato e si trova in una sorta di limbo regolamentare, in attesa dell’esito delle indagini e di un eventuale processo disciplinare.

La posta in gioco è estremamente alta. Se la tesi della contaminazione non dovesse essere accettata dalle autorità, Parker non affronterebbe solo una squalifica. Rischierebbe di perdere ranking, opportunità economiche e rilevanza sportiva in un panorama, come quello dei pesi massimi, che evolve con rapidità e senza sconti. La differenza tra le due possibili conclusioni della storia è abissale: da un lato la riabilitazione, dall’altro una catastrofe professionale.

Image: Joseph Parker Drug Test Storm: Manager Says “He Was Contaminated”
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