«Quella big mi voleva comprare, ma ho avuto paura»: la confessione di Tiribocchi sul rifiuto e l'anno con Conte

Giampiero Colossi • Pubblicato il 16/12/2025 • 4 min

Il percorso di simone tiribocchi, centravanti che ha siglato 150 gol tra i professionisti, si racconta attraverso esperienze di campo, scelte decisive e incontri con allenatori che hanno segnato il suo approccio al gioco. Oggi, a 47 anni, l’ex attaccante coordina le attività di alcune società giovanili e allena il città di brugherio in seconda categoria, dopo un periodo nelle giovanili del monza. Questa narrazione ricostruisce i momenti chiave della sua carriera, tra rimpianti, riflessioni su talento, pressioni e dinamiche del calcio italiano.

simone tiribocchi: carriera e ruolo attuale

Negli ultimi anni ha intrapreso un percorso diverso da quello di semplice giocatore. Dopo sei anni nel ruolo di coordinatore delle società affiliate al Monza, ha assunto la guida del Città di Brugherio, squadra di Seconda categoria. Nel contesto del calcio giovanile, mantiene una prospettiva critica sul sistema: pur restando soddisfatto della funzione educativa e sportiva, sottolinea che persiste la logica economica che influenza le opportunità dei giovani calciatori, con servizi e investimenti spesso determinati da interessi esterni. Anche la sua esperienza personale rivela come i familiari vivano in prima persona l’impatto delle scelte sportive: suo figlio ha 13 anni e, quando perde o resta in panchina, mostra il carattere tipico della crescita sportiva, con una reazione “da figlio” ma sempre nel contesto del rispetto del gioco.

La dimensione pratica del nuovo incarico si intreccia con una consapevolezza del presente: allenare a Brugherio significa confrontarsi con la realtà dei dilettanti, mantenendo viva la passione per un calcio che resta autentico. In questa cornice, Tiribocchi guarda a una carriera che resta legata al valore formativo dello sport, pur restando fedele al profilo professionale costruito nel corso degli anni.

simone tiribocchi: gli esordi e le prime scelte

Nato a Fiumicino, ha cominciato a muovere i primi passi in strada e in spiaggia, dove il gioco nasceva spontaneo. Durante l’estate aiutava i bagnini a sistemare i lettini, annotando mentalmente i sentieri di una futura professione sportiva. La sentenza del destino lo vedeva legato al pallone: dopo un periodo di giovanili alla Lazio, fu lasciato libero e trovò momentaneamente la situazione di inattività a 16 anni. Il ricordo di Mimmo Caso resta tra i più significativi: non lo riteneva pronto, e anni dopo riconobbe che Tiribocchi fosse tra i suoi grandi rimpianti, segnando una tappa importante nella consapevolezza personale del talento e della tempistica di sviluppo.

simone tiribocchi: il confronto con spalletti

Un passaggio cruciale fu il trasferimento a Ancona a gennaio, compreso nel contesto di un rapporto con luciano spalletti. Una serata in discoteca generò un problema alla schiena, ma l’esperienza mostrò il carattere precoce del tecnico, capace di riconoscere i talenti anche nelle prime apparizioni. In albergo, la sfida a forza offrì una dimostrazione di determinazione: Tiribocchi ha trovato in Spalletti un assessore della sua crescita, pur comportando una fatica fisica significativa.

simone tiribocchi: i metodi di conte all’atalanta

Con antonio conte all’atalanta, gli allenamenti assumevano ritmi estremi, equiparabili a quelli di un reparto operativo. Sotto la guida di gian piero ventrone, gli atleti venivano spinti a superare ampiamente il 90% delle proprie capacità, per periodi prolungati. Nonostante l’addestramento intenso, la stagione si fermò agli esami: l’esonero arrivò dopo 13 partite, ma la condizione fisica della squadra rimase molto elevata.

simone tiribocchi: l’exploit a lecce e i rimpianti

La traiettoria di Tiribocchi fu caratterizzata da una combinazione di opportunità e scelte chiave. A lecce trovò una collocazione: fu pagato 3 milioni e fu seguito dall’interesse di angelozzi e dal presidente semeraro, con papadopulo che dimostrava grande fiducia in lui. All’inizio fu accolto con fischi, ma la promozione in serie A fu una soddisfazione che premiò l’impegno degli anni precedenti.

simone tiribocchi: spogliatoio e aneddoti

Nel tempo libero di spogliatoio emergono episodi curiosi: a benevento qualcuno disseminò sporcizia sulla maniglia della porta, mentre a chive (qui presente come Chievo) uno dei compagni trasformò il letto in una “bara” con una croce sulle coperte. Questi racconti rivelano come il contesto sportivo possa includere momenti ironici e, talvolta, eccessi di goliardia, all’interno di una quotidianità di squadra.

In chiusura, le esperienze professionali di simone tiribocchi restituiscono un profilo di calciatore capace di muoversi tra altissimi livelli e contesti meno glamorosi, mantenendo una coerenza di impegno e una visione pragmatica del calcio, tra promozioni, allenamenti intensi e la gestione della vita familiare legata allo sport.

personaggi citati nel testo

  • simone tiribocchi
  • luciano spalletti
  • antonio conte
  • massimiliano moratti
  • mimmo caso
  • giuseppe campedelli
  • giuseppe percassi
  • adriano galliani
  • mimmo papadopulo
  • gian piero ventrone
  • angelozzi
  • semeraro
  • baronio
Tiribocchi D0B9185

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