MotoGP infortuni e stanchezza mentale: il dibattito sull’intensità del calendario

la stagione più lunga della storia della motogp e le sue implicazioni
La MotoGP ha concluso la sua annata più estesa, caratterizzata da 22 Gran Premi, un numero superiore rispetto alle stagioni passate, che non avevano mai superato i 20 appuntamenti. Questa crescita nel calendario ha comportato numerosi spostamenti tra continenti diversi e un finale di stagione molto intenso, con sei gare in otto fine settimana consecutivi. La conseguenza di questa programmazione così serrata si riflette sulla condizione fisica e mentale dei piloti, che hanno iniziato a manifestare segni di stanchezza.
le testimonianze dei piloti sull’usura fisica e mentale
l’impatto del calendario sulla salute dei piloti
Alex Marquez, durante il GP del Portogallo, ha commentato: “Sono stanco, questo è certo“. Ha sottolineato come il tour asiatico abbia reso difficile tornare in Europa mantenendo alte le energie fisiche. Dopo aver disputato oltre venti gare, il corpo inizia a risentirne pesantemente.
Joan Mir ha condiviso un pensiero analogo: “Dopo una stagione così intensa, con viaggi e allenamenti continui, tutto diventa più complicato“. La densità degli impegni non permette ai piloti di recuperare completamente tra un evento e l’altro.
Andrea Dovizioso, che ha chiuso la carriera da pilota titolare nel 2022 ed è tornato come collaudatore nel 2024, ha evidenziato: “Tutti abbiamo percepito questa fatica sui volti dei colleghi“. La lunga serie di gare rende il percorso molto impegnativo, specialmente quando i risultati non sono positivi.
fattori che aumentano il rischio di infortuni
l’influenza del calendario sugli incidenti nelle corse
L’intensità delle giornate di gara si è amplificata dall’introduzione delle Sprint dal 2023. Questi weekend supplementari portano ad un aumento delle tensioni e del rischio di incidenti. Oltre alla partenza classica del sabato mattina, le qualifiche anticipate richiedono performance eccellenti già dal venerdì.
Miguel Oliveira ha spiegato: “Dai primi giri delle FP1 si corre subito a tutta velocità“, rendendo difficile prendere decisioni ponderate. L’elevata pressione aumenta la probabilità di cadute e infortuni, contribuendo al numero crescente di assenze per motivi fisici nella griglia.
l’effetto della pressione sulle performance e sul morale dei piloti
stanchezza da risultato e gestione dello stress
I piloti devono affrontare non solo lo stress fisico ma anche quello psicologico legato ai risultati. Quando le cose vanno bene, l’entusiasmo permette loro di affrontare meglio le sfide; in caso contrario, la frustrazione può aumentare.
Marco Bezzecchi ha affermato: “Se le cose vanno bene, ci si diverte e il tempo vola; se invece i risultati sono negativi, si desidera solo tornare a casa“. Questo stato d’animo influenza significativamente la capacità di gestire gli imprevisti durante la stagione lunga ed estenuante.
Mentre i piloti godono spesso di condizioni più favorevoli grazie al compenso economico e alle strutture messe a disposizione dalle squadre, anche loro devono fare sacrifici notevoli. Miguel Oliveira, ex pilota ora nel Mondiale SBK, ha evidenziato: “I meccanici sopportano molto più stress perché spesso sono lontani dalle famiglie per settimane intere” strong>. Ha sottolineato come i motociclisti siano generalmente avvantaggiati rispetto agli altri membri tecnici per via delle condizioni economiche più favorevoli.
Nell’attuale scenario sportivo emerge chiaramente come una programmazione così intensa possa influenzare non solo la salute dei protagonisti ma anche l’intera organizzazione del campionato. La gestione dello stress fisico e mentale rappresenta uno degli aspetti cruciali per mantenere alta la competitività nel lungo periodo.
- Piloti: Alex Marquez, Joan Mir, Andrea Dovizioso, Marco Bezzecchi, Pedro Acosta
- Membri delle squadre: Meccanici e staff tecnico coinvolti negli eventi consecutivi
- “Ex-piloti”: Miguel Oliveira
- “Commentatori”:
