Massimo cancellieri risponde al t quotidiano dopo le parole di milano
Le dichiarazioni di un allenatore in seguito a una partita possono spesso aprire un dibattito sulle dinamiche comunicative e sulle aspettative nel mondo dello sport professionistico. Un recente editoriale ha preso spunto da un intervento del coach di una squadra di basket per riflettere su come i risultati influenzino inevitabilmente il giudizio e il linguaggio comune.
dichiarazioni del coach di aquila trento dopo la partita
In seguito all’incontro di domenica pomeriggio tra Aquila Trento e Olimpia Milano, il coach Massimo Cancellieri ha espresso una netta posizione riguardo alla narrazione che circonda le prestazioni della squadra. Il tecnico ha manifestato un forte dissenso verso quella che definisce una dipendenza eccessiva dall'esito del match per formulare giudizi di valore. Nello specifico, Cancellieri ha dichiarato di voler evitare che si cada sistematicamente nella logica per cui, in caso di risultato positivo, la squadra venga esaltata, mentre in caso di esito negativo venga pesantemente criticata, definendo questo approccio come assolutamente non condivisibile.
analisi della reazione mediatica e del contesto
La risposta editoriale a queste affermazioni ha sottolineato come, nel contesto specifico della città di Trento, non sembri esserci traccia di un linguaggio così estremo da parte del pubblico o della stampa. L’analisi proposta evidenzia piuttosto un principio cardine dello sport di alto livello: il risultato finale ha un peso innegabile. Nel professionismo, ciò che il tabellone segna al termine di una gara rappresenta un dato di fatto che, in misura variabile, condiziona le reazioni e i commenti.
il condizionamento dei giudizi e dei commenti
L’editoriale prosegue osservando come le valutazioni di giornalisti, esperti e tifosi siano influenzate in parte dall'esito della partita. Questo meccanismo viene presentato come una conseguenza naturale e quasi fisiologica dello sport competitivo. La posizione espressa nell’articolo è chiara: se questa dinamica, considerata intrinseca al mondo dei professionisti, risulta spiacevole, la soluzione potrebbe risiedere in un ambito dove la prestazione agonistica ha un’importanza relativa.
una proposta alternativa per l'allenatore
In chiusura, l’editoriale avanza un suggerimento diretto, seppur provocatorio. Si consiglia infatti di valutare un eventuale passaggio a ruoli nel settore giovanile, ambito in cui gli obiettivi primari sono legati alla crescita e alla formazione dei ragazzi, e dove il peso del risultato immediato assume una rilevanza decisamente minore.
