Fiorentina in crisi: analisi del momento negativo e ultimi in classifica
Analisi approfondita del momento difficile della Fiorentina: una squadra in crisi e il rischio di retrocessione
La stagione attuale della Fiorentina si presenta come uno dei periodi più complicati nella sua storia recente, con la squadra che occupa l’ultima posizione in classifica e il pericolo di retrocedere in Serie B che si fa sempre più concreto. Dopo undici turni, i risultati sono estremamente negativi, evidenziando problemi sia a livello tecnico che mentale. Questo articolo analizza le cause di questa crisi, le strategie adottate dal nuovo allenatore e le possibilità di riscatto.
L’avvio problematico della stagione viola
Le prime difficoltà e i risultati insoddisfacenti
Il cammino stagionale è iniziato con un pareggio sofferto contro il Cagliari (1-1), caratterizzato da un gol all’ultimo minuto subito dai viola. La trasferta di Torino (0-0) ha mostrato una squadra ordinata ma priva di mordente offensivo. La sconfitta contro il Napoli (1-3) ha evidenziato un divario tecnico e mentale evidente rispetto alle avversarie di vertice. Il successivo ko interno contro il Como (1-2) ha rappresentato un punto di svolta negativo, rivelando fragilità come mancanza di concentrazione e leadership.
Le partite successive hanno confermato queste criticità: pari a Pisa (0-0), sconfitta contro la Roma (1-2), vittoria sofferta contro il Milan (2-1), e altri episodi negativi come le sconfitte con Bologna, Inter e Lecce. Questi risultati testimoniano un rendimento altalenante, caratterizzato da momenti di nervosismo e incapacità di gestire la pressione.
Problemi tattici e strutturali
Una strategia che mostra i propri limiti
Il modello tattico adottato fino ad ora si basa su un possesso palla elevato, intorno al 55%, ma con scarsa efficacia in fase offensiva. La manovra è spesso lenta, prevedibile e concentrata sulla quantità piuttosto che sulla qualità delle occasioni create. Gli esterni risultano troppo larghi mentre le mezzali faticano negli inserimenti rapidi.
Questo tipo di gioco produce un “possesso vuoto”, incapace di portare reali opportunità da rete o superiorità numerica nell’area avversaria.
I dati indicano inoltre che oltre il 60% dei gol subiti arrivano negli ultimi venti minuti delle partite, segno di calo fisico e mentale nel corso dei match. La difesa tende a disunirsi, lasciando spazi agli avversari nelle fasi finali del gioco.
Le criticità difensive e mentali
I problemi principali riguardano anche l’aspetto psicologico: ogni vantaggio viene spesso perso per errori individuali o collettivi, mancanza di reazione ai momenti difficili e difficoltà nel mantenere alta la concentrazione.
La squadra appare troppo fragile sia nella fase difensiva che in quella offensiva, con poca capacità di “sporcare” le partite o gestire gli episodi chiave.
Il cambio in panchina: una scelta obbligata
L’arrivo di Vanoli e le prime impressioni
Dopo dieci incontri senza vittorie, la dirigenza ha deciso di affidare la guida tecnica a Paolo Vanoli. La prima uscita ufficiale sotto la sua gestione si è conclusa con un pareggio a Genova contro il Genoa (2-2). Questa modifica mira a ridare entusiasmo alla squadra attraverso una diversa impostazione tattica.
Vanoli ha introdotto un modulo 3-5-2, più verticale rispetto al precedente sistema basato sul possesso lento.
Sono stati privilegiati gli inserimenti degli attaccanti centrali come Gudmundsson e Piccoli, cercando maggiore concretezza sotto porta.
I primi segnali positivi
I numeri del primo match ufficiale mostrano alcuni miglioramenti: sei tiri totali con tre conclusioni nello specchio della porta; due reti segnate da azioni offensive rapide.
Punto forte resta la coppia difensiva composta da Pablo Marí e Pongračić insieme alle parate decisive del portiere De Gea.
Anche qui emergono vecchi schemi: basta poco per subire il pari dopo aver preso vantaggio, segno delle lacune ancora presenti nella gestione della partita.
Cosa può cambiare nel futuro della Fiorentina
Cambiamenti necessari per risalire la china
Dopo undici giornate senza vittorie ed essendo ultima in classifica con soli cinque punti raccolti, rimane fondamentale intervenire su diversi aspetti. Un miglioramento dell’atteggiamento emotivo potrebbe rappresentare l’elemento decisivo per invertire questa tendenza negativa.
Sul piano tattico occorre puntare su maggiore aggressività dopo aver conquistato un vantaggio temporaneo; migliorare l’efficacia delle ripartenze sulla fascia destra; rafforzare la compattezza tra le linee per evitare crolli improvvisi durante i secondi tempi.
Gli aspetti su cui investire concretamente
- Migliorare la gestione delle situazioni critiche durante le partite;
- Aumentare l’intensità emotiva ed evitare cali mentali;
- Sviluppare una mentalità più combattiva invece che attendista;
- Lavorare sulla coesione tra reparto offensivo e difensivo;
- Migliorare l’efficacia delle azioni offensive attraverso movimenti più rapidi ed incisivi.
speranze future dentro una crisi profonda
Anche se i risultati attuali sono impietosi, non tutto è perduto. La presenza sul campo di elementi esperti come Pablo Marí e De Gea può rappresentare una base solida su cui costruire una nuova identità.
L’intervento tecnico porta già qualche segnale positivo: la squadra sembra meno confusa ed è pronta ad adattarsi a nuove idee tattiche.
Sarà fondamentale però riscoprire orgoglio, determinazione ed emotività — valori imprescindibili per uscire dalla crisi. Solo così potrà essere riscritta una pagina diversa nel cammino viola verso obiettivi più ambiziosi.
Personaggi principali:
- Pablo Marí
- Pongračić
- De Gea
- Gudmundsson
- Picioli
- Dodo’
- – Pioli (ex allenatore)
- – Vanoli (nuovo allenatore)
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