Ferrari vince nei pit stop: i numeri che hanno reso imbattibili i meccanici della rossa

Giampiero Colossi • Pubblicato il 10/12/2025 • 4 min

Nonostante una stagione agonistica che non ha soddisfatto le aspettative iniziali, la Scuderia Ferrari ha dimostrato un notevole livello di eccellenza in un ambito tecnico specifico. L'analisi dei dati conferma come il lavoro meticoloso del team abbia portato a un risultato degno di riconoscimento, offrendo un solido punto di partenza per le sfide future.

il premio per i pit stop della ferrari

In un campionato caratterizzato da obiettivi più ampi non raggiunti, la Ferrari ha brillato nell'operatività ai box. La squadra ha ottenuto un riconoscimento ufficiale per l'efficacia e la costanza dimostrate durante le soste, un premio che valuta non la singola performance straordinaria, bensì l'affidabilità ripetuta nel tempo. Questo traguardo sottolinea la crescita di un reparto che è riuscito a imporsi come riferimento assoluto nel paddock per questa delicata operazione.

velocità e costanza: le chiavi del successo

L'efficienza di un pit stop non si misura esclusivamente nella velocità di esecuzione record. Il vero parametro discriminante per una scuderia che ambisce al titolo è la regolarità di prestazione attraverso tutte le gare della stagione. Mentre alcuni team sono stati capaci di tempi eccezionali ma discontinui, l'approccio del Cavallino si è distinto per una notevole affidabilità statistica.

l'analisi dei dati della stagione

Un esame approfondito delle performance conferma il livello di eccellenza mantenuto dalla Ferrari. Escludendo le soste condizionate da penalità o da situazioni di gara eccezionali, i meccanici della scuderia italiana hanno registrato una media impressionante di 2,4 secondi a pit stop, rimanendo stabilmente al di sotto della soglia di riferimento di 2,5 secondi.

la costanza come fattore decisivo

Il dato più significativo emerge dalla bassa incidenza di errori o rallentamenti. Su circa sessanta soste effettuate nell'arco del mondiale, il team ha superato la soglia dei 3 secondi, considerata il limite massimo ottimale, soltanto in otto occasioni. Questa straordinaria regolarità operativa ha un impatto concreto sulla strategia di gara e sulla competitività della vettura.

presenza nella top ten delle soste

La conferma della competitività arriva anche dalla classifica delle soste più rapide dell'anno. La Ferrari si è inserita tra le prime dieci posizioni in tre distinte occasioni, un risultato che la colloca allo stesso livello di squadre come McLaren e Red Bull. I primati del Cavallino sono stati fissati con tre pit stop da 2,0 secondi netti, realizzati nei Gran Premi di Monaco, Arabia Saudita e Abu Dhabi.

investimenti e metodo dietro i risultati

Il progresso in quest'area non è frutto del caso, bensì di un lavoro strutturato e di investimenti mirati. A partire dal 2023, la squadra ha introdotto tecnologie all'avanguardia, come pistole con sistema a LED per il monitoraggio in tempo reale delle fasi di svitamento e avvitamento del dado. Sul fronte dell'addestramento, sono state effettuate oltre mille prove durante la preparazione invernale.

L'utilizzo di sensori avanzati permette un'analisi dettagliata di ogni fase della sosta, assicurando che ogni membro dell'equipaggio sia perfettamente preparato e in grado di coprire diversi ruoli. Questo approccio metodico ha contribuito in modo significativo al bottino finale di 559 punti nel campionato costruttori.

confronto con le scuderie rivali

Un raffronto con le principali concorrenti rende ancor più evidente il vantaggio in termini di affidabilità costruito dalla Ferrari. La McLaren, pur avendo realizzato alcune delle soste più veloci in assoluto, ha registrato una media di 2,8 secondi e ha superato la soglia dei 3 secondi in ben 27 occasioni, contro le 8 del Cavallino.

  • McLaren: media di circa 2,8 secondi per pit stop.

La Mercedes ha chiuso la stagione con un tempo medio di 2,71 secondi. La Red Bull, invece, ha fatto registrare la media più alta, pari a 3,10 secondi, un dato influenzato da numerosi errori operativi che in alcune gare hanno portato a soste superiori ai dieci secondi.

  • Mercedes: media di circa 2,71 secondi per pit stop.
  • Red Bull: media di 3,10 secondi per pit stop.
Categorie: Formula 1Motori

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