Crisi Fiorentina: la Viola verso il baratro? Allarme futuro tra classifica disastrosa e squadra senza reazioni

Giampiero Colossi • Pubblicato il 15/12/2025 • 3 min

La situazione della Fiorentina si presenta come una crisi profonda, dove segnali concreti di difficoltà emergono sia dal rendimento sul campo sia dalla gestione della squadra. Un’analisi accurata consente di distinguere tra fragilità strutturali e episodi occasionali, offrendo una lettura chiara di ciò che sta accadendo e delle ripercussioni future sul progetto sportivo.

crisi fiorentina: una retrocessione che si avvicina

Alberto Polverosi, profondo conoscitore della storia viola, individua una traiettoria preoccupante: secondo lui mancano ancora oltre cinque mesi e ventitré turni, ma la Fiorentina sembra aver imboccato una strada senza ritorno.

La situazione in classifica è precipitata: l’ultima sconfitta casalinga, cruciale perché avvenuta in uno scontro diretto, consola poco e solidifica l’ultimo posto. Sono sei i punti raccolti in quindici giornate, con la salvezza distanziata di otto lunghezze e un rendimento al Franchi che si incastra tra due pareggi e cinque KO. Verona ha maggioranza sul resto del gruppo, e persino il Pisa, ultimo, si trova a quattro punti di distanza. Il club continua a scavare, rischiando di scendere sempre più a fondo.

La questione non riguarda solo gli aspetti tecnici: la dirigenza appare inerme e inadeguata, e il recente passo di vestire la squadra con una divisa arancione è stato interpretato come un tentativo maldestro di mascherarsi, senza incidere positivamente sui riscontri sportivi.

La necessità di un elettrochoc è evidente: la fiducia cieca riposta da Rocco Commisso nei dirigenti sta accelerando la discesa. Al Viola Park regna una discrepanza tra speranza dichiarata e realtà quotidiana, con Vanoli che aspetta un “click” e Ferrari che cerca soluzioni, mentre Ranieri insiste sulla fiducia, ma il campo riflette una verità diversa.

La gestione tecnica è cruciale per interpretare la crisi. Vanoli aveva promesso di intervenire prima sullo stato mentale dei giocatori che sulla tattica, ma la squadra è incappata in un gol decisivo al 94’ in una partita cruciale, con i difensori rassegnati e le braccia alzate a testimoniare una debolezza collettiva. La percezione è che la fiducia verso l’allenatore non sia quella di un tempo e che la continuità non sia la priorità giusta in un momento così delicato.

Dal punto di vista societario, la gestione post-Pradé è stata affidata a Ferrari e Goretti, due dirigenti volenterosi ma ancora prive dell’esperienza necessaria per ribaltare una dinamica così fragile. Senza interventi autorevoli, le prospettive di risalita appaiono difficili da concretizzare e rischiano di diventare una questione di tempo.

La Fiorentina vive una delle stagioni più difficili della sua storia, con la possibilità concreta di una retrocessione se non arrivano risposte decisive già a gennaio: una riflessione sull’organico e sull’assetto manageriale potrebbe essere la chiave per innescare una svolta, evitando di lasciarsi guidare solo dalle promesse senza fondamento.

  • Vanoli
  • Ferrari
  • Goretti
  • Commisso
  • Pradé
  • Ranieri
  • De Gea
  • Kean
  • Walter Sabatini
edin dzeko fiorentina
Categorie: CalcioSerie A

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