Condanne a quasi 90 anni di carcere nell'inchiesta Doppia Curva: tutti i dettagli

Giampiero Colossi • Pubblicato il 17/12/2025 • 3 min

Una vicenda giudiziaria legata all’inchiesta “Doppia Curva” espone, al di fuori di contesti prettamente sportivi, dinamiche criminali radicate nel tifo organizzato di due grandi club italiani. Le motivazioni della sentenza del processo abbreviato, rese note a sei mesi circa dal verdetto, delineano un quadro allarmante di intimidazioni, violenze e attività illecite che hanno coinvolto le due curve e i rispettivi apparati locali.

curva sud milanista: sistema di intimidazione e introiti

funzionamento e redditività

La corte descriveva la curva sud come un sistema operativo autonomamente in grado di generare introiti annui superiori a soglie significative, basati sull’uso della forza collettiva. Le attività illecite includevano pratiche di stretta pressione sui mercati locali, con azioni mirate di intimidazione e violenza per controllare flussi di denaro legati a bagarinaggio, parcheggi e merchandising, oltre a ricatti ed estorsioni che alimentavano un profitto consolidato.

curva nord interista: contesto mafioso e protezione

rapporto mafioso e coperture

Per la curva nord si parla di un contesto materiale di copertura per attività criminali di ampia portata, con un esplicito rapporto di protezione di matrice mafiosa che coinvolgerebbe il clan Bellocco della ’ndrangheta. L’esistenza dell’aggravante mafiosa viene riconosciuta in relazione a elementi di ordre pubblico e criminalità organizzata associati a componenti nerazzurre.

gestione degli affari e assetti sul territorio

patto di non belligeranza e spartizione degli affari

Le indagini descrivono una struttura ramificata che va dal bagarinaggio alla gestione dei parcheggi attorno allo stadio San Siro, passando per il merchandising. In questo scenario si parla di estorsioni, ricatti e pressioni atte a definire una spartizione degli affari, facilitata da un vero e proprio patto di non belligeranza tra le due curve, finalizzato a evitare contrasti e a massimizzare i profitti.

condanne, ruoli dei club e esiti processuali

risultato giudiziario e riferimenti istituzionali

Le pene più pesanti sono state inflitte agli ex capi ultras: 10 anni di carcere per entrambi i capi interisti e milanisti citati. Le differenze processuali hanno riguardato attenuanti per l’uno e la loro mancata concessione per l’altro, con riferimenti a collaborazioni con la giustizia e contributi forniti alle indagini. Nelle motivazioni si segnala anche una posizione dell’Inter tesa a una postura di sudditanza che avrebbe agevolato alcuni esponenti della Curva Nord, aprendo interrogativi sul rapporto tra club e tifo organizzato.

persone menzionate nell'inchiesta

Nel racconto emergono nomi di rilievo tra gli imputati coinvolti nei ruoli chiave delle curve:

  • Andrea Beretta
  • Luca Lucci
Inter Milan

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