Alvini non ha dubbi: «Allenatori? Gli italiani sono i migliori. La nostra scuola è la migliore al mondo. Ancelotti per la leadership, Conte per il metodo e…»

Giampiero Colossi • Pubblicato il 10/12/2025 • 3 min

Un profilo in rapida ascesa definisce l’attuale stagione del Frosinone, guidato da Max Alvini, capace di passare da ultimo a primo in 213 giorni nel campionato di Serie B. l’intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport mette a fuoco la filosofia di lavoro, i riferimenti tattili e la linea strategica che hanno accompagnato questa trasformazione, offrendo una lettura chiara e diretta della crescita della squadra.

l'evoluzione di max alvini e la crescita del frosinone

l’allenatore ha condotto una metamorfosi evidente della squadra, traducendo una stagione iniziale vicina ai playout in un rendimento capace di guidare la classifica. la trasformazione è stata accompagnata da una gestione disciplina e da una definita identità di gruppo, elementi centrali per consolidare la competitività in campionato.

la chiamata inattesa

La chiamata di Castagnini è arrivata inaspettata, ma è stata accompagnata dalla fiducia di Stirpe e Doronzo, che hanno contribuito a definire una piramide vincente capace di offrire a Alvini gli strumenti per lavorare con coerenza. la reazione è stata orientata a costruire un impianto solido e duraturo.

costruire un gruppo

l’obiettivo principale definisce un gruppo coeso che si riconosce nella disciplina e nei principi stabiliti. il focus non è solo sul risultato immediato, ma sulla creazione di una base condivisa e stabile che possa sostenere la crescita nel tempo.

la difesa a quattro

la squadra ha trovato una flessibilità tattica guidata dall’operato di castagnini. l’impostazione a quattro è risultata efficace, pur restando in grado di adattarsi a sistemi a tre in certe circostanze, mantenendo sempre un equilibrio difensivo e offensivo.

lo studio di gasperini

un tratto distintivo della formazione è l’eredità di gasperini: si riconosce un percorso che parte dai moduli a zona dei tempi giovanili fino a un approccio basato sulla posizione degli uomini piuttosto che sullo sviluppo della palla. l’esempio dell’ex allenatore dell’atalanta, osservato fin dall’esordio in albinoleffe, è stato un punto di riferimento per interpretare i principi di gioco.

di chi sono le idee migliori

idee italiane guidano la scuola di appartenenza: Ancelotti per la leadership, Conte per il metodo, Italiano o Baldini per la tattica, con Spalletti come riferimento ulteriore. l’allenatore ha citato anche Sarri e Giampaolo, riconoscendo a molti maestri il valore della formazione moderna. un esercizio di sarri del 2012, riadattato e trovato apprezzamento, conferma l’importanza di attingere a esperienze diverse.

quello che conta

il controvalore non risiede nei nomi o negli ingaggi, bensì nel campo. il terreno di gioco esprime i giudizi e, in questa cornice, la squadra si presenta con l’ambizione di migliorarsi costantemente, mantenendo fede a principi e identità.

la promozione in a

la prospettiva di accedere alla Serie A rappresenterebbe una dimensione significativa, ma l’obiettivo centrale resta conservare identità e disciplina. non sono i nomi o le risorse a fare la differenza, quanto la capacità di mantenere coerenza di gioco e metodo anche in un salto di livello.

  • Ancelotti
  • Conte
  • Italiano
  • Baldini
  • Spalletti
  • Sarri
  • Giampaolo
Inzaghi Ancelotti
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