Alvini non ha dubbi: «Allenatori? Gli italiani sono i migliori. La nostra scuola è la migliore al mondo. Ancelotti per la leadership, Conte per il metodo e…»
Un profilo in rapida ascesa definisce l’attuale stagione del Frosinone, guidato da Max Alvini, capace di passare da ultimo a primo in 213 giorni nel campionato di Serie B. l’intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport mette a fuoco la filosofia di lavoro, i riferimenti tattili e la linea strategica che hanno accompagnato questa trasformazione, offrendo una lettura chiara e diretta della crescita della squadra.
l'evoluzione di max alvini e la crescita del frosinone
l’allenatore ha condotto una metamorfosi evidente della squadra, traducendo una stagione iniziale vicina ai playout in un rendimento capace di guidare la classifica. la trasformazione è stata accompagnata da una gestione disciplina e da una definita identità di gruppo, elementi centrali per consolidare la competitività in campionato.
la chiamata inattesa
La chiamata di Castagnini è arrivata inaspettata, ma è stata accompagnata dalla fiducia di Stirpe e Doronzo, che hanno contribuito a definire una piramide vincente capace di offrire a Alvini gli strumenti per lavorare con coerenza. la reazione è stata orientata a costruire un impianto solido e duraturo.
costruire un gruppo
l’obiettivo principale definisce un gruppo coeso che si riconosce nella disciplina e nei principi stabiliti. il focus non è solo sul risultato immediato, ma sulla creazione di una base condivisa e stabile che possa sostenere la crescita nel tempo.
la difesa a quattro
la squadra ha trovato una flessibilità tattica guidata dall’operato di castagnini. l’impostazione a quattro è risultata efficace, pur restando in grado di adattarsi a sistemi a tre in certe circostanze, mantenendo sempre un equilibrio difensivo e offensivo.
lo studio di gasperini
un tratto distintivo della formazione è l’eredità di gasperini: si riconosce un percorso che parte dai moduli a zona dei tempi giovanili fino a un approccio basato sulla posizione degli uomini piuttosto che sullo sviluppo della palla. l’esempio dell’ex allenatore dell’atalanta, osservato fin dall’esordio in albinoleffe, è stato un punto di riferimento per interpretare i principi di gioco.
di chi sono le idee migliori
idee italiane guidano la scuola di appartenenza: Ancelotti per la leadership, Conte per il metodo, Italiano o Baldini per la tattica, con Spalletti come riferimento ulteriore. l’allenatore ha citato anche Sarri e Giampaolo, riconoscendo a molti maestri il valore della formazione moderna. un esercizio di sarri del 2012, riadattato e trovato apprezzamento, conferma l’importanza di attingere a esperienze diverse.
quello che conta
il controvalore non risiede nei nomi o negli ingaggi, bensì nel campo. il terreno di gioco esprime i giudizi e, in questa cornice, la squadra si presenta con l’ambizione di migliorarsi costantemente, mantenendo fede a principi e identità.
la promozione in a
la prospettiva di accedere alla Serie A rappresenterebbe una dimensione significativa, ma l’obiettivo centrale resta conservare identità e disciplina. non sono i nomi o le risorse a fare la differenza, quanto la capacità di mantenere coerenza di gioco e metodo anche in un salto di livello.
- Ancelotti
- Conte
- Italiano
- Baldini
- Spalletti
- Sarri
- Giampaolo

