Addio a una leggenda del cinema

la carriera e il ritiro di giorgio petrosyan: un’icona della kickboxing internazionale
Il mondo dello sport si congeda da uno dei suoi più grandi protagonisti, Giorgio Petrosyan, figura che ha scritto pagine indelebili nella storia della kickboxing. Con oltre due decenni di successi e record, la sua carriera rappresenta un esempio di eccellenza e dedizione. Questo approfondimento analizza i traguardi raggiunti, le sfide affrontate e l’ultimo atto di una leggenda del ring.
chi è Giorgio Petrosyan: un profilo professionale
una carriera ricca di successi e riconoscimenti
Giorgio Petrosyan, nato in Armenia e trasferitosi in Italia per sfuggire alla guerra, è considerato uno dei più grandi campioni mondiali di kickboxing. Ha conquistato 21 cinture mondiali, partecipando a 114 match, con una percentuale di vittorie impressionante. Solo tre sconfitte nella sua lunga carriera testimoniano la sua straordinaria capacità tecnica e resilienza. È stato campione nei principali tornei internazionali, tra cui il prestigioso K-1 MAX nel 2009 e 2010, Glory nel 2012 e One Championship nel 2019.
le origini e il percorso personale
Nato in Armenia, Petrosyan ha vissuto momenti difficili prima di affermarsi nello sport. Arrivato in Italia all’età di pochi anni, ha trascorso periodi segnati dalla povertà tra Milano e Gorizia. La passione per le arti marziali nasce dall’ammirazione per film come quelli interpretati da Bruce Lee o Jean-Claude Van Damme. Esordisce sul ring a soli 16 anni, dimostrando fin da subito grande talento.
l’addio al ring: l’ultimo evento “Petrosyanmania”
il giorno dell’ultima battaglia
Sabato sera si è svolto l’evento commemorativo intitolato Petrosyanmania, organizzato dal fratello Armen presso l’Allianz Cloud di Milano. La serata ha rappresentato il punto finale di una carriera lunga 24 anni dedicata alla kickboxing. Il palazzetto gremito ha accolto con entusiasmo il suo ritorno sul ring per l’ultimo combattimento contro Josè Sousa, portoghese che gli ha concesso la vittoria finale.
dettagli dell’ultimo match e emozioni finali
Poco prima dell’incontro, Petrosyan si è sottoposto alle ultime preparazioni: bendaggi ai guantoni, esercizi di mobilità e shadowboxing hanno accompagnato i momenti finali del riscaldamento. Sul ring ha dominato l’avversario con la consueta precisione chirurgica, ricevendo dal pubblico un’accoglienza calorosa al termine della gara. Dopo aver salutato i tifosi con un gesto simbolico dei guantoni appoggiati davanti a sé, si è inginocchiato sul tappeto ringraziando tutti coloro che lo hanno supportato durante la sua lunga avventura.
le sfide personali e il futuro dopo il ritiro
I momenti difficili e la resilienza mentale
L’atleta ha attraversato periodi complessi caratterizzati da sconfitte dolorose – tra cui quelle contro Andie Ristie nel 2013 e Superbon nel 2019 – quest’ultima costellata da fratture multiple alla mandibola. Questi episodi hanno lasciato tracce profonde anche dal punto di vista psicologico; Petrosyan ha affrontato depressione ed attacchi di panico durante le fasi più critiche della sua vita sportiva.
il progetto post-carriera
Dopo aver concluso la propria attività agonistica, Petrosyan intende proseguire nell’ambiente attraverso una palestra dedicata all’insegnamento delle arti marziali. Pur consapevole delle sfide future legate alla gestione del proprio percorso professionale, desidera trasmettere ai giovani le proprie competenze tecniche ed esperienziali. Al momento non esiste ancora un erede diretto nella kickboxing italiana; questa lacuna preoccupa anche suo fratello Armen rispetto allo sviluppo futuro dello sport nel nostro Paese.
personaggi presenti all’evento finale
- Mario Balotelli;
- Tony Effe;
- Emis Killa;
- Tedua;
- Nicola Ventola;
- Alessio Sakara.
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